Chi è curioso di media e intrattenimento in genere spesso non sfugge al fascino del vintage, specialmente se il vintage in questione associa mondi così diversi.
Così capita quando l’occhio cade sullo schermo, in questo caso sullo “Screen” (スクリーン) : rivista giapponese sul cinema internazionale nata nel 1947 ed ora diventata SCREEN ONLINE.
Tempo fa una signora giapponese mi fece una domanda riguardante il recente stato del fare cinema in Italia. Questa domanda può essere riassunta così: “Perché non fate più film in Italia?”.
Dopo un primo tentennamento, dato dal fatto che in realtà malgrado la grossa contrazione potevo portare l’esempio di una manciata di film realizzati nell’anno precedente, mi sono reso conto che oltre a farne di meno ne esportiamo ancora di meno. Rispetto a prima esportiamo molto più sapore, ma anche molta meno immagine in movimento…
Questa considerazione mi è tornata in mente il giorno che mi è capitata tra le mani questa vecchia copia di Screen del marzo 1973. È vero che anche ai tempi lo strapotere californiano era evidente, ma se si raffronta questa vecchia uscita con il sito attuale di Screenonline dove sembra che nel mondo esista solo Hollywood, ci accorgiamo che negli anni ’70 per i giapponesi, e non solo per loro, il grande cinema internazionale parlava tre lingue: inglese, francese e italiano!
Mi sono permesso quindi di pescare, tra la grande quantità di cose della succitata rivista, un po’ di pagine che ci potevano riguardare da vicino.
Buona sfogliata!
Le prossime pagine presentano una sequenza di sorprese: i film in programmazione in TV e poi una top-ten per i film del 1957.
1) Prima di tutto come dire di no a Giuliano Gemma, direttamente dai fotogrammi di “Adios Glingo” (“Adios Gringo”… qualche incertezza di traslitterazione).
2) Non si parla di film italiani, ma la Cardinale era lanciatissima perché era anche in The Pink Panther (nella foto con David Niven).
3) Si commenta da sola con ancora la Loren sulle TV giapponesi con “Pane , Amore e…”.
4) Qui un folgorante secondo e terzo posto di Federico Fellini con “Le notti di Cabiria” e “La Strada” nella top-ten cinematografica del 1957 redatta da Chiyota Shimizu (La Strada era del ’54, ma nel ’57 aveva vinto l’Oscar).
La classifica redatta da Shimizu includeva al primo posto Un condannato a morte è fuggito di Robert Bresson.
Che dire, buon 1973!!!!