Heidi, “Meisaku” ante litteram

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Heidi, la storica serie animata del 1974 che ha praticamente superato la fama del romanzo di Johanna Spyri da cui è stata tratta, vanta nel suo staff grandi autori ed è stata l’apripista per il fortunatissimo filone di anime prodotti dalla Nippon Animation conosciuto come “Meisaku”.

World Masterpiece Theater (“Sekai Meisaku Gekijo“) è il nome sotto il quale vengono raggruppate molte serie televisive che consistono in trasposizioni animate di classici della letteratura occidentale, tutte prodotte dalla Nippon Animation a partire dalla sua costituzione nel 1975 e trasmesse dall’emittente Fuji TV.

Fanno parte del gruppo Meisaku anime diventati famosissimi, arrivati anche qui da noi soprattutto nella prima metà degli anni ’80. Si parla di titoli come: Il fedele Patrash, Marco, Rascal il mio amico orsetto, Peline Story, Anna dai capelli rossi, Tom Story, Flo la piccola Robinson, Lucy-May, Sui monti con Annette, Le avventure della dolce Kati, Lovely Sara, Pollyanna e molti altri…

Meisaku
Una “foto di gruppo” degli anime Meisaku propriamente detti

Queste serie hanno potuto godere di una discreta distribuzione internazionale, forti del fatto di essere tratte da opere letterarie note in occidente e per questo in grado di aggirare le diffidenze che avevano incontrato altri filoni anni ’70, come quello dei super robot. Altra cosa da notare è che moltissimi bambini occidentali, della generazione nata a cavallo degli anni ’70 e ’80, sono entrati in contatto per la prima volta con classici del loro intorno letterario attraverso la mediazione di autori giapponesi, appartenenti ad un universo culturale distantissimo.

Parallelamente ai Meisaku propriamente detti, tra gli anni ’70 e ’80 anche altri studi di animazione giapponesi si sono cimentati con la letteratura occidentale, sono stati prodotti ad esempio anime come Remì (serie del 1977 della Tokyo Movie Shinsha), Addio Giuseppina (tratto dal romanzo di José María Sánchez Silva e realizzato dalla Ashi Productions), o Il Piccolo Principe (prodotto dalla Knack nel 1978).

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Tratti dalla letteratura occidentale ma non Meisaku: Addio Giuseppina, Remì e Il Piccolo Principe.

Pur non facendone esattamente parte, in quanto prodotto prima della costituzione della Nippon Animation, anche l’anime di Heidi può entrare in modo più proprio dei sopracitati nel World Masterpiece Theater, essendo di questi un vero e proprio precursore (assieme ad una manciata di altre serie realizzate dal 1969 al 1973).

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Heidi la ragazza delle Alpi (letteralmente dal titolo originale “Alps no Shōjo Heidi“) può essere considerato un Meisaku ante-litteram fondamentalmente per due motivi: perché prodotto dallo Studio Zuiyo Eizo proprio l’anno prima che venisse scorporato dando origine alla Nippon Animation e perché ha tracciato le linee guida delle produzioni a venire di questo genere. Semplicità del tratto, linearità della narrazione, tendenza al realismo delle scene (che non indulgono alla deformazione comica e usano in modo commisurato quella drammatica) sono diventati elementi portanti del genere. Oltretutto, è stato proprio il successo di Heidi, arrivato ben oltre il mercato giapponese, che ha fatto da trampolino di lancio e ha portato al decollo il progetto Meisaku.

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Il personale coinvolto nella realizzazione della serie, co-prodotta dalla tedesca Taurus Film, è senza dubbio di alto livello. Nello staff ci sono senz’altro due nomi che sono diventati nel giro di una decina d’anni figure di riferimento dell’animazione giapponese: la regia di Heidi è stata curata infatti da Isao Takahata e ai layout troviamo Hayao Miyazaki, lo stesso duo Takahata / Miyazaki che ha dato poi vita allo Studio Ghibli.

La definizione del ruolo di Miyazaki potrebbe sembrare abbastanza vaga, visto che non ha curato direttamente il character design o l’animazione, eppure, vedendo già i primi episodi di Heidi, si possono notare nelle anatomie generali e nella composizione delle scene forti anticipazioni di quello che sarebbe diventato il suo stile: basta ad esempio vedere come è stata resa la scena in cui Heidi, giunta sulle montagne, si libera degli abiti più ingombranti per correre liberamente sui prati.

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Coinvolti nella produzione ci sono anche altri nomi, uno fra tutti quello di Yoshiyuki Tomino che ha curato gli storyboard assieme a Keiji Hayakawa. A distanza di anni Tomino, ormai consacrato come il regista che alla fine degli anni ’70 ha rivoluzionato dalle fondamenta il filone mecha (e non solo), ha più volte dichiarato che l’influenza esercitata da Takahata e Miyazaki nelle occasioni di collaborazione avute nei primi anni ‘70 è stata determinante per sviluppare il suo modo personalissimo di intendere l’animazione.

Heidi

Per chi volesse riscoprire la serie di Heidi sono attualmente disponibili da CG Entertainment i box contenenti l’intera saga della bimba delle Alpi. L’edizione di riferimento per questi cofanetti è quella rimasterizzata Planeta Junior Italia – CG Entertainment, in particolare la serie di DVD con grafica rinnovata uscita alla fine dello scorso anno. I singoli volumi sono stati raccolti in tre comodi box, disponibili dalla primavera 2017. Il primo dei tre intitolato “Collezione Heidi: i film” raccoglie i film di montaggio riassuntivi realizzati negli anni ’80 e gli altri due, “Heidi La serie TV“, l’intera serie televisiva di 52 episodi suddivisa in 10 dischi (5 per box).

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I tre cofanetti: Film e Serie TV Box 1 e Box 2

Come dicevamo i contenuti video sono quelli dell’edizione rimasterizzata del 2012. L’immagine trae dalla nuova acquisizione in digitale molti benefici, presentandosi con colori vivi, grande stabilità (evitando evidenti e fastidiosi sfarfallamenti) e un ottimo livello di pulizia generale senza artefatti. Si possono vedere piccole imperfezioni dovute alla conservazione degli originali, comunque avvertibili solo con uno sguardo molto attento. Anche la definizione dell’immagine si difende bene, si possono notare distintamente anche i tratti e i dettagli della colorazione del disegno. Tenendo presente che stiamo parlando di una serie realizzata più di quaranta anni fa, il risultato è assolutamente apprezzabile!

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Il cofanetto con i film Serie TV Box 1 Serie TV Box 2

Per quanto riguarda il comparto audio facciamo subito notare che i due box della serie includono anche l’originale giapponese, non presente nelle precedenti edizioni, caratteristica che gli appassionati non mancheranno certo di apprezzare.

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L’audio italiano resta quello storico, con le voci di Francesca Guadagno (Heidi), Riccardo Rossi (Peter), Silvia Tognoloni (Clara) e del grande Sergio Fiorentini (Il nonno di Heidi). L’adattamento storico dei dialoghi a cui siamo sempre stati abituati non è fedelissimo: c’è la tendenza del periodo in cui è stato realizzato di voler “mettere di più”, ad esempio aggiungendo parti ai dialoghi o facendo parlare i personaggi anche quando in originale restano zitti, cosa evidente se si ascolta l’audio giapponese. Rispetto però a molti adattamenti di anime fatti negli anni ’70/’80, questo di Heidi svetta comunque per qualità, oltre che godere di ottime interpretazioni da parte dei doppiatori è infatti coerente e non snatura il senso originale del testo. Anche la resa tecnica delle tracce audio è molto convincente: risulta sempre pulito e con una buona gamma dinamica. Peccato la mancanza delle sigle storiche, che, come ci conferma l’editore, non è stato possibile includere per un problema di diritti, ma già così di per sé l’edizione funziona molto bene.

Un’ottima occasione per riappropriarsi di un pezzo importante della storia dell’animazione giapponese.

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